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10 ANNI DOPO - L'isola che non c'era di Giuseppe Bottazzi

Sanchioni, di origini toscane, che ha nelle sue corde differenti stili musicali, riesce a colorare ciascuna delle sue canzoni con grande garbo, con uno stile che potremmo definire artigianale ed in sottrazioni. I suoni, infatti, non sono mai ridondanti ma semplici, essenziali ma efficaci per descrivere il clima di ogni brano proposto.10 anni dopo è un lavoro che rende merito ad una scrittura che si è evoluta nel tempo e l'anno di composizione dei vari brani, come indicato nel libretto allegato al cd fa ben comprendere il percorso artistico intrapreso nel corso in questo decennio.

A voler ben ascoltare, il nuovo album potremmo definirlo “minimalista”, nel senso migliore del termine. Come dicevamo prima i suoni sono morbidi, delicati, low-profile, mentre i testi si srotolano con grande immediatezza ed in ognuna delle situazioni cantate è quasi naturale sentirsi parte della storia. Sanchioni, che di anni ne ha quarantaquattro. Marco Sanchioni rappresenta un’angolatura particolare del cantautore odierno che, rispetto alla leva degli anni '90, e si trova nelle condizioni di dover combattere con un mercato discografico sempre più asfittico e difficile da interpretare ed affrontare.

Certamente fa onore a lui, e ai tanti suoi colleghi, il coraggio nel non volere cedere le armi ma continuare a produrre cercando di tenere alto il livello della qualità artistica. Ora, che non si aspettino altri dieci anni....

Giuseppe Bottazzi

MITE - Music Club

…Sanchioni sceglie l’opzione di far venire a galla i sentimenti, senza mediazioni, a volte con testi scomodi. Indifferente alle mode e alle convenienze “Mite” è un disco superbo.

Francesco Battisti

La Riscossa Del Cuore (Manchild, 2022) - SotterraneiPop

Da quando ha avviato la sua carriera da solista, nell’oramai lontano 1995,  Marco Sanchioni ha sempre centellinato le sue uscite discografiche, perlopiù autoprodotte, seguendo l’esigenza artistica a scapito di quella commerciale, rivolgendosi ad un pubblico disponibile ad accogliere una poetica raffinata che potesse durare nel tempo, al contrario di quella usa e getta che ha fagocitato in men che non si dica, migliaia di nomi.
Ecco allora che ogni suo nuovo lavoro, arriva d’un tratto ad anni di distanza dal precedente, mettendo in mostra ogni volta un Sanchioni diverso dal precedente. Un’affermazione questa che mai come in questo caso trova riscontro in un album che a scapito del titolo che potrebbe far pensare a ben altro, potremmo definire come il primo “disco politico” del cantautore marchigiano.
Ecco così che “La riscossa del Cuore”, è figlio del lungo lockdown vissuto in fase di gestazione e realizzazione del disco, in cui Marco Sanchioni mette in mostra, senza mai volere dare la sensazione d’imporre “una verità” oppure una visione del mondo che resta molto personale.
la sua visione Sanchioni la mette subito in campo attraverso il trittico iniziale di canzoni dove un potere occulto ci tratta come servi (“Bestiame e Raccolto”) che per controllarci ci tiene relegati in una “Zona confort” attraverso un mondo raccontato come ostile da non affrontare perché “non riguarda anche te”. Ecco che allora ciascuno si confeziona una propria verità troppo spesso fatta di bugie che non si vogliono vedere o che si accettano in maniera inconsciamente silenziosa. Proprio in questo bel singolo “La Verità”, che è uno dei brani chiave del disco, potremmo trovare una chiave di lettura in quell’enorme dibattito che (pro/no vax) siamo tutti sprofondati in questi anni bui.
Tutto il resto dell’album si muove su questi temi a volte con messaggi più sottilmente diretti (“Ipocondria”) oppure usando metafore (“Il Dominio del Drago”).
Musicalmente il disco si muove su direttrici ben precise dove il rock predomina in maniera naturale ricordando l’ultimo Bob Mould solista nei brani più energici, non disdegnando di ricordare anche gruppi che non ti aspetteresti come i Fugazi (“Questo Mondo e quel che Resta”) oppure i R.E.M. in quelli più evocativi, gli amati Beatles (“Le Dissonanze Cognitive si Moltiplicano”) che sono poi la cifra stilistica emersa anche negli album precedenti.
In conclusione possiamo senza ombra di dubbio dire che “La riscossa del Cuore” è certamente l’album meglio riuscito di Marco Sanchioni, cosa non affatto scontata dopo tanti anni di passione e resistenza.

MITE - Rockit.it

…"Mite" si rivela quindi un'opera estremamente convincente che (ri)propone sulla scena un autore che sembrava perduto e che, per nostra fortuna, ha voluto rimettersi in gioco con queste dodici, splendide canzoni.

Eliseno Sposato - http://www.rockit.it/

10 ANNI DOPO - IL MUCCHIO SELVAGGIO di Federico Guglielmi

Racconta storie intriganti attraverso testi spesso lunghi nei quali affiorano qua e la termini inusuali e ricercati (un po’ alla Guccini per intenderci), sorretti da una classica strumentazione rock (chitarra, basso e batteria, e all’occorrenza qualche inserto di tastiere e archi) che rimanda per lo più ai R.E.M., con sporadiche esplosioni di energia e compattezza nelle quali si avvertono echi di Husker du. Una formula atipica che, a un decennio esatto dall’esordio Mite, è adesso ribadita con accresciuta efficacia in tredici brani intensi e appassionati dove amarezza e rimpianto sposano sentimentalismi mai stucchevoli, rabbia, ironia e critiche pungenti in un continuo avvicendarsi di evocatività e veemenza. Singolare pure la voce, contraddistinta dalla erre arrotondata, e alta – in quattro o cinque casi altissima – la qualità compositiva, a fornire l’immagine inequivocabile di un autore/interprete di peso.

10 ANNI DOPO - ROCKIMPRESSIONS.IT di Giancarlo Bolther

Lo stile di Marco è in bilico fra il rock più istintivo ed energico, a tratti molto psichedelico, e il cantautorato poetico, ma la cosa che colpisce fin dal primo ascolto è il gusto melodico che Sanchioni riesce ad imprimere alla sua musica, i testi corrono veloci e si sposano con una naturalezza incantevole, rock diretto e italiano molto spesso non sono andati d’accordo, anzi molti artisti, anche famosi, non sono riusciti a rendere bene il rock con cantato italiano, questo problema sembra non colpire minimamente Marco, che ci regala tredici ballate molto riuscite.

Apre “L’Idea di Te” con un giro molto duro, poi entra il cantato e tutto assume connotati più melodici, le parole sono piene di poesia, ma che non spegne l’energia impressa da una chitarra malandrina. Con la successiva “L’Ultimo Happy Hour” emerge anche il lato più caustico di Marco, che denuncia alcuni mali delle nuove generazioni con sagacia e forza, ci sono anche degli intermezzi molto acidi, che svelano l’amore del nostro per musiche non proprio easy listening, ma la resa finale è convincente. “Dani Sulla Luna” è il testo più poetico del disco, una storia molto triste (che mi ha ricordato un po Lilly di Venditti come tematica) accompagnata da una musica quasi allegra, con un giro un po’ irlandese e un po’ rock americano, un momento molto felice dove Sanchioni ha dato il meglio di se. Il brano successivo “Anima-le” è molto sesso e rock ‘n’ roll, dopo il testo delicato di prima è quasi uno schiaffo, non mi piace l’accostamento, ma come canzone funziona bene, gran finale psichedelico. Un altro bell’esempio di quello che Marco sa fare è “Quasi Amore”, un po’ ballata e un po’ rock trascinante, melodia ed energia, questo è ottimo rock “italiano”. La freschezza del cd non viene meno lungo tutto il suo percorso, anche se le canzoni più riuscite erano all’inizio, ma ci sono momenti davvero interessanti, come la caustica “Comunista con la Pancia Piena”, che riflette in modo molto ironico su alcuni mali di certa sinistra. La malinconica “Il Mio Mangiadischi”, mi ha convinto poco, meglio sicuramente “Giochi di Potere”, dove ancora una volta mescola rock con testi in italiano molto ben inseriti. Si chiude con una parentesi onirica che spiazza un po’ rispetto al resto del cd, ma ci sta.

Mentre molti continuano a domandarsi se esista una via per il rock italiano, Sanchioni ci regala un disco emozionante, che non lascia dubbi. Certo in Italia è difficile fare rock e sicuramente lo sa bene Marco, ma è bello sapere che questo non ha impedito la riuscita di un disco così felicemente controcorrente.

GB